Sampeyre,
25 giugno 2019
Martedì 18 giugno
le Organizzazioni Sindacali Cub Sanità Cuneo e CGIL Funzione
Pubblica Cuneo hanno incontrato il dott. Saita, responsabile
regionale di Kos Care, e il dott. Tassi, presidente del Gruppo
Redancia, in merito alla delicata situazione della Raf Casa Sampeyre,
riguardo la sede dell’attività assistenziale, attualmente, e da
sempre, sita in Sampeyre.
In questi mesi si
sono lungamente rincorse le voci di un possibile trasferimento della
sede lavorativa, in quanto a dicembre è scaduto il contratto di
affitto con il BiM Varaita, ente proprietario dei locali dove si
trova la Residenza Assistenziale, ed attualmente le ipotesi
presentate annoverano la possibilità di un cambio di residenza.
A febbraio, i
dirigenti in questione assicuravano che il contratto di affitto
sarebbe stato rinnovato a breve, ma il silenzio successivo ed alcune
voci incontrollate, che si sono protratte per mesi, sono terminate
solo con il confronto avvenuto la settimana scorsa a seguito
dell’incontro richiesto dalle organizzazioni dei lavoratori.
Da questo incontro
emerge un quadro assolutamente delicato, legato alla necessità di
alcuni interventi di adeguamento della struttura ove attualmente è
ospitata l’attività assistenziale, necessità emersa a seguito
dell’intervento scomposto di un soggetto terzo, non legato
all’attività produttiva di Sampeyre né ai lavoratori ivi
impiegati, ma determinato dalla competizione nel mercato
assistenziale.
In breve: due
aziende che si contendono il mercato dell’assistenza privata in
regione sono entrate in conflitto, e a pagarne le spese potrebbero
essere proprio gli utenti che si vorrebbero assistere, ed i
lavoratori della struttura di Sampeyre.
Già questo ci
procura molta rabbia: nuovamente la nostra condizione lavorativa e il
nostro reddito vengono messi in crisi da interessi e movimenti
esterni alle azioni dei lavoratori di Sampeyre, nuovamente la crisi è
determinata da interessi strettamente riconducibili al profitto.
Il mercato, la
competizione per accaparrarsi gli introiti derivanti dalle rette dei
pazienti della sanità regionale, che vede diversi competitor lottare
senza esclusione di colpi, né, a quanto pare, grande moralità, ha
creato le attuali condizioni di difficoltà.
Il dott. Saita ha
ipotizzato diverse soluzioni, tra le quali la possibilità di un
trasferimento a circa 50 km dall’attuale sede, soluzione
francamente inaccettabile, ma anche la possibilità di interventi di
ristrutturazione che permettano di restare nella sede attuale, o la
ricerca di una nuova sede all’interno del comune o della Valle
Varaita.
Analizziamo le varie
possibilità: il trasferimento oltre Saluzzo porta con sé
sicuramente la perdita di molti posti di lavoro, in primis la cucina
e le pulizie, in quanto si parla di una struttura che ospita un
differente servizio assistenziale, con un servizio di cucina, di
pulizia e manutenzione già presenti. A forte rischio anche il
servizio infermieristico. Inoltre alcune altre lavoratrici sono
residenti in comuni o borgate oltre Sampeyre, e diventa difficilmente
immaginabile come possano viaggiare da Casteldelfino o Pontechianale
per raggiungere una tale sede lavorativa. In totale quasi il 50% degli
operatori è a rischio perdita del lavoro.
Per i lavoratori con
la possibilità di seguire l’attività lavorativa, nel caso di un
trasferimento, significherebbe il peggioramento delle proprie
condizioni di vita, con diverse ore trascorse a raggiungere la sede
lavorativa, l’aumento dei costi dovuto al viaggio, ed una
complicazione della propria vita famigliare.
Vale
la pena ricordare ancora come l’attività della RAF sia da oltre 15
anni inserita nel tessuto produttivo e sociale della media valle, e
un suo allontanamento avrebbe una inevitabile ricaduta sull’economia
locale, nel territorio in cui vivono il 90% dei lavoratori impiegati,
ponendo in difficoltà un territorio delicato come quello montano, in
cui Casa Sampeyre si inserisce come uno dei maggiori siti produttivi
presenti.
La proposta di spostamento lontano da
Sampeyre incontra la nostra ferma opposizione!
La
possibilità di effettuare un trasferimento presso altra dimora nei
dintorni di Sampeyre nasce dalla comunicazione che gli interventi di
ristrutturazione potrebbero non essere sostenibili sia dal BiM
che da Kos Care: sicuramente se gli interventi prevedono
l'ampliamento della struttura, è difficile immaginare la
prosecuzione nella sede attuale.
Il
problema non si porrebbe, in termini di fattibilità, per costi e
metratura, se la struttura passasse dall’ospitalità attuale di 25
pazienti ad un numero minore. Certo questo significherebbe minori
introiti per la società privata, ma probabilmente una maggiore cura
per i pazienti, il mantenimento della struttura a Sampeyre, col
perdurare della relazione col territorio in cui è inserita da più
di un decennio, minori costi di ristrutturazione, nessuna perdita di
posti di lavoro.
Anche
il benessere degli ospiti della struttura, da anni inseriti in un
tessuto sociale che li ha accolti, coinvolti in attività ricreative,
riabilitative e di riinserimento, è portatore di un interesse
primario rispetto al profitto, derivante dal risparmio proveniente da
un trasferimento nella pianura.
La
valutazione sulla trasformazione dell’attuale Residenza
Assistenziale, attraverso una riorganizzazione della disponibilità
nell’accoglienza dei pazienti disabili, è per il territorio della
media valle, per i lavoratori e i pazienti, in assoluto la
miglior soluzione.
La
proposta di spostamento dell’attività, ma all’interno della
media o bassa Valle Varaita, ridurrebbe l’impatto negativo sul
territorio di Sampeyre, permettendo di evitare la perdita di posti di
lavoro, altro aspetto di primaria importanza.
Vi
sono poi alcune altre proposte che attenuerebbero, forse, la perdita
lavorativa, l’impatto socio-economico sul territorio e il reddito
di molte famiglie di Sampeyre, ma che allo stato attuale si
presentano solo in forma di ipotesi, senza uno studio reale, ne una
progettazione avviata. Senza questi passaggi, sia con
l’amministrazione, sia con l’Asl, in forma puntuale, sono
attualmente poco più che suggestioni, quindi non seriamente
considerabili.
E’
evidente che la situazione è delicata, con molti e differenziati
interessi in campo; a noi come lavoratori di Casa Sampeyre, residenti
della Valle Varaita, interessa operare per mantenere in loco
l’attività lavorativa, per il benessere dei pazienti da lungo
tempo inseriti nella struttura, contro la perdita di posti di lavoro
e il peggioramento delle condizioni di vita degli operatori
impiegati, a favore dello sviluppo e del futuro del territorio in cui
viviamo.
Sperando
che anche per le altre parti coinvolte nella vicenda Casa Sampeyre
prevalga l’interesse comune e non meri calcoli finanziari e di
profitto, ci impegniamo a fare tutto quello che è nelle nostre
possibilità, in accordo con le Istituzioni locali, i
comuni della
Valle Varaita, le Associazioni del territorio, la popolazione
interessata, per il mantenimento dell’attività lavorativa a
Sampeyre.
Cub
Sanità Cuneo e Provincia
Sasia
Gian Luca, RSU Casa Sampeyre
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