martedì 2 luglio 2019

Il Futuro di “Casa Sampeyre”? A Sampeyre!

Sampeyre, 25 giugno 2019


Martedì 18 giugno le Organizzazioni Sindacali Cub Sanità Cuneo e CGIL Funzione Pubblica Cuneo hanno incontrato il dott. Saita, responsabile regionale di Kos Care, e il dott. Tassi, presidente del Gruppo Redancia, in merito alla delicata situazione della Raf Casa Sampeyre, riguardo la sede dell’attività assistenziale, attualmente, e da sempre, sita in Sampeyre.

In questi mesi si sono lungamente rincorse le voci di un possibile trasferimento della sede lavorativa, in quanto a dicembre è scaduto il contratto di affitto con il BiM Varaita, ente proprietario dei locali dove si trova la Residenza Assistenziale, ed attualmente le ipotesi presentate annoverano la possibilità di un cambio di residenza.

A febbraio, i dirigenti in questione assicuravano che il contratto di affitto sarebbe stato rinnovato a breve, ma il silenzio successivo ed alcune voci incontrollate, che si sono protratte per mesi, sono terminate solo con il confronto avvenuto la settimana scorsa a seguito dell’incontro richiesto dalle organizzazioni dei lavoratori.

Da questo incontro emerge un quadro assolutamente delicato, legato alla necessità di alcuni interventi di adeguamento della struttura ove attualmente è ospitata l’attività assistenziale, necessità emersa a seguito dell’intervento scomposto di un soggetto terzo, non legato all’attività produttiva di Sampeyre né ai lavoratori ivi impiegati, ma determinato dalla competizione nel mercato assistenziale.
In breve: due aziende che si contendono il mercato dell’assistenza privata in regione sono entrate in conflitto, e a pagarne le spese potrebbero essere proprio gli utenti che si vorrebbero assistere, ed i lavoratori della struttura di Sampeyre.


Già questo ci procura molta rabbia: nuovamente la nostra condizione lavorativa e il nostro reddito vengono messi in crisi da interessi e movimenti esterni alle azioni dei lavoratori di Sampeyre, nuovamente la crisi è determinata da interessi strettamente riconducibili al profitto.
Il mercato, la competizione per accaparrarsi gli introiti derivanti dalle rette dei pazienti della sanità regionale, che vede diversi competitor lottare senza esclusione di colpi, né, a quanto pare, grande moralità, ha creato le attuali condizioni di difficoltà.

Il dott. Saita ha ipotizzato diverse soluzioni, tra le quali la possibilità di un trasferimento a circa 50 km dall’attuale sede, soluzione francamente inaccettabile, ma anche la possibilità di interventi di ristrutturazione che permettano di restare nella sede attuale, o la ricerca di una nuova sede all’interno del comune o della Valle Varaita.

Analizziamo le varie possibilità: il trasferimento oltre Saluzzo porta con sé sicuramente la perdita di molti posti di lavoro, in primis la cucina e le pulizie, in quanto si parla di una struttura che ospita un differente servizio assistenziale, con un servizio di cucina, di pulizia e manutenzione già presenti. A forte rischio anche il servizio infermieristico. Inoltre alcune altre lavoratrici sono residenti in comuni o borgate oltre Sampeyre, e diventa difficilmente immaginabile come possano viaggiare da Casteldelfino o Pontechianale per raggiungere una tale sede lavorativa.                                               In totale quasi il 50% degli operatori è a rischio perdita del lavoro.

Per i lavoratori con la possibilità di seguire l’attività lavorativa, nel caso di un trasferimento, significherebbe il peggioramento delle proprie condizioni di vita, con diverse ore trascorse a raggiungere la sede lavorativa, l’aumento dei costi dovuto al viaggio, ed una complicazione della propria vita famigliare.

Vale la pena ricordare ancora come l’attività della RAF sia da oltre 15 anni inserita nel tessuto produttivo e sociale della media valle, e un suo allontanamento avrebbe una inevitabile ricaduta sull’economia locale, nel territorio in cui vivono il 90% dei lavoratori impiegati, ponendo in difficoltà un territorio delicato come quello montano, in cui Casa Sampeyre si inserisce come uno dei maggiori siti produttivi presenti.

La proposta di spostamento lontano da Sampeyre incontra la nostra ferma opposizione!

La possibilità di effettuare un trasferimento presso altra dimora nei dintorni di Sampeyre nasce dalla comunicazione che gli interventi di ristrutturazione potrebbero non essere sostenibili sia dal BiM che da Kos Care: sicuramente se gli interventi prevedono l'ampliamento della struttura, è difficile immaginare la prosecuzione nella sede attuale.

Il problema non si porrebbe, in termini di fattibilità, per costi e metratura, se la struttura passasse dall’ospitalità attuale di 25 pazienti ad un numero minore. Certo questo significherebbe minori introiti per la società privata, ma probabilmente una maggiore cura per i pazienti, il mantenimento della struttura a Sampeyre, col perdurare della relazione col territorio in cui è inserita da più di un decennio, minori costi di ristrutturazione, nessuna perdita di posti di lavoro.
Anche il benessere degli ospiti della struttura, da anni inseriti in un tessuto sociale che li ha accolti, coinvolti in attività ricreative, riabilitative e di riinserimento, è portatore di un interesse primario rispetto al profitto, derivante dal risparmio proveniente da un trasferimento nella pianura.

La valutazione sulla trasformazione dell’attuale Residenza Assistenziale, attraverso una riorganizzazione della disponibilità nell’accoglienza dei pazienti disabili, è per il territorio della media valle, per i lavoratori e i pazienti, in assoluto la miglior soluzione.

La proposta di spostamento dell’attività, ma all’interno della media o bassa Valle Varaita, ridurrebbe l’impatto negativo sul territorio di Sampeyre, permettendo di evitare la perdita di posti di lavoro, altro aspetto di primaria importanza.

Vi sono poi alcune altre proposte che attenuerebbero, forse, la perdita lavorativa, l’impatto socio-economico sul territorio e il reddito di molte famiglie di Sampeyre, ma che allo stato attuale si presentano solo in forma di ipotesi, senza uno studio reale, ne una progettazione avviata. Senza questi passaggi, sia con l’amministrazione, sia con l’Asl, in forma puntuale, sono attualmente poco più che suggestioni, quindi non seriamente considerabili.

E’ evidente che la situazione è delicata, con molti e differenziati interessi in campo; a noi come lavoratori di Casa Sampeyre, residenti della Valle Varaita, interessa operare per mantenere in loco l’attività lavorativa, per il benessere dei pazienti da lungo tempo inseriti nella struttura, contro la perdita di posti di lavoro e il peggioramento delle condizioni di vita degli operatori impiegati, a favore dello sviluppo e del futuro del territorio in cui viviamo.

Sperando che anche per le altre parti coinvolte nella vicenda Casa Sampeyre prevalga l’interesse comune e non meri calcoli finanziari e di profitto, ci impegniamo a fare tutto quello che è nelle nostre possibilità, in accordo con le Istituzioni locali, i comuni della Valle Varaita, le Associazioni del territorio, la popolazione interessata, per il mantenimento dell’attività lavorativa a Sampeyre.

Cub Sanità Cuneo e Provincia
Sasia Gian Luca, RSU Casa Sampeyre

 

Nessun commento:

Posta un commento