venerdì 17 novembre 2017

Spiragli di ragione


Cuneo, novembre 2017

Spiragli di ragione a Casa Sampeyre, ex Rododendro?


Forse ci siamo, potrebbe essere la volta buona che la situazione all’ex Rododendro prenda una svolta positiva, dopo due anni vissuti pericolosamente, dopo che le varie dirigenze ci avevano cacciato in un vicolo senza uscite.
L’incontro avuto il 26 ottobre, tra le organizzazioni sindacali, il presidente della cooperativa Redancia, e il Responsabile Regionenale Ligure di Kos Care, ha messo in luce la volontà della cooperativa Redancia di lasciare, appena possibile, la gestione del personale della struttura di Sampeyre ad una nuova cooperativa della provincia di Cuneo.
Questo avviene in quanto la Redancia, specializzata nel settore della psichiatria e localizzata prevalentemente in Liguria, per diretta ammissione del suo presidente, non è stata e non è in grado di sviluppare nel tempo una proficua relazione con i servizi territoriali della provincia di Cuneo, che permettesse l’invio di pazienti secondo l’accreditamento regionale che ha la struttura.
La nuova cooperativa, ancora senza nome, ma che pare “fortemente interessata”, sarebbe una solida realtà provinciale, di conseguenza con le dovute relazioni con il territorio, in grado di far funzionare al meglio la struttura.

Ma cosa è successo negli ultimi due anni, in poche righe?
Nell’ultimo anno e mezzo, i lavoratori hanno vissuto l’accelerazione di una pratica che negli anni precedenti avveniva con molta più accortezza: se sino al 2015, all’interno della Raf venivano inseriti pochi pazienti che non avevano le caratteristiche proprie della “mission” della struttura, sicuramente con il repentino cambio del direttore e per opera del direttore sanitario, da gennaio 2016, all’interno della struttura venivano accolti numerosi pazienti che poco avevano a che vedere con lo standard definito dal dgr regionale relativo all’accreditamento riconosciuto.
L’ex Rododendro, ora denominata Casa Sampeyre, è una Raf di Tipo B, che per definizione è: “..destinata a soggetti disabili adulti che necessitano di un elevato grado di assistenza alla persona per mantenere le abilità residue, in presenza di gravi e plurimi deficit psico-fisici”.

L’ingresso di tanti pazienti che dovrebbero essere accolti in comunità terapeutiche con personale qualificato per la loro cura, ha prodotto vari episodi gravi per l’incolumità degli operatori, con aggressioni violente e principi d’incendio, ed infortuni legati ad agiti aggressivi dei pazienti, o riconducibili al clima presente in struttura.


Le condizioni lavorative sino a qualche mese fa erano inaccettabili per gli operatori della struttura, che hanno iniziato doverose pressioni verso la cooperativa.
Grazie al confronto avviato con i nuovi vertici della cooperativa Redancia, sia i vertici della cooperativa che Kos Care hanno dichiarato l’intenzione di riportare l’ex Rododendro ad una condizione accettabile per i lavoratori e gli utenti, nel rispetto delle legislazioni in materia di assistenza sanitaria. Questo sino a maggio di quest’anno.

Soddisfatti dall’impegno preso da tutte le parti, i lavoratori hanno dimostrato molta disponibilità e responsabilità nell’affrontare il percorso condiviso.

Nel mese di maggio il direttore sanitario della struttura comunicava agli operatori la sua indisponibilità a continuare a lavorare agli inserimenti di pazienti nella Raf. Solo al termine del mese di luglio però è stato comunicato ai lavoratori stessi che la direttrice della struttura e il direttore sanitario avevano firmato le loro dimissioni nella prima metà del mese di maggio. In quel momento i pazienti erano 25, ed ora, al termine del loro mandato, i pazienti sono ridotti a 20, con gli ospiti spostati prevalentemente verso strutture del gruppo Redancia.
Queste continue dimissioni di pazienti, e le ulteriori proposte di trasferimento al momento sospese, che l’equipe lavorativa di Sampeyre ha trovato spesso incomprensibili, hanno svuotato la struttura minando le prospettive future.
Inoltre, lavorando con minori pazienti, vi è stato un conseguente taglio delle ore giornaliere per i lavoratori, con il probabile mancato rinnovo contrattuale per almeno due di loro.

Qualcuno sicuramente dirà che al momento tutti i soggetti coinvolti stanno perdendo qualcosa, chi in termini di reddito, chi in termini finanziari, ma è utile ricordare come l’attuale situazione sia il risultato in primis del mancato lavoro di relazione e di rete da parte delle dirigenze in questione verso i servizi territoriali invianti.
Inoltre le scelte sbagliate compiute negli ultimi anni, e la situazione attuale, avrebbero potuto essere differenti se solo si fosse da subito riconosciuto la correttezza di quanto lavoratori e le rappresentanze sindacali andavano da tempo dicendo: la necessità di cambiare rotta ed impegnarsi nella ricerca dei pazienti adatti alla tipologia dell’accreditamento.

A fronte della disponibilità dimostrata dai lavoratori e dalle organizzazioni sindacali, siamo preoccupati per l’attuale situazione: in questo momento particolare, con la comunicazione dell’intenzione della Redancia di lasciare il cantiere di Sampeyre, e del probabile ingresso di una nuova cooperativa/società dal mese di gennaio, riteniamo fondamentale che negli ultimi due mesi dell’anno, vi sia una più accorta gestione delle dimissioni, e si lavori per nuovi ingressi.

Cub Cuneo e provincia