E’
di questi giorni la notizia dell’arresto del
fondatore e presidente di Sereni Orizzonti, Massimo
Blasoni, e
di altri 7 consiglieri per una Truffa da 10 milioni di euro, su
residenze per anziani e minori.
“Comprimevano
al massimo il costo
del personale“,
anche a rischio di pregiudicare “benessere
e salute”
di anziani
e minori.
Le irregolarità vanno dai rapporti di lavoro al raggiro
degli ospiti privati che,
a fronte delle rette
di degenza
pagate, hanno ottenuto prestazioni
assistenziali
inferiori.
La truffa
aggravata è ai danni dei bilanci delle Regioni
Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Toscana e
Sicilia.
Massimo
Blasoni non è nuovo a problemi con la giustizia. Condannato nel 1996
per
esercizio abusivo
della professione (si era spacciato per consulente del lavoro), ha
patteggiato sborsando 400mila
lire.
Nel 1999 invece una condanna a un anno e 9 mesi di reclusione con
patteggiamento e sospensione della pena per bancarotta
fraudolenta,
falso in bilancio, evasione
fiscale,
appropriazione indebita, corruzione
aggravata,
reati commessi dal 1991 al 1996. Nel 2004
aveva ancora patteggiato 6 mesi di carcere sostituiti da un’ammenda
di 6.800 euro
per delitto colposo di danno e violazione delle regole relative agli
infortuni
sul lavoro.
Per
le Fiamme gialle, le strutture operative della società, “per
massimizzare
i profitti
d’impresa,
comprimevano al massimo il costo del personale di servizio impiegato
ed erogavano prestazioni diverse per
quantità e qualità
rispetto agli standard normativamente e contrattualmente
previsti,
determinando una minore assistenza ad anziani e minori, anche a
rischio di pregiudicarne il benessere e la salute”.
Tratto
dal Fatto Quotidiano del 24.10.2019
MA
DI COSA DOVREMMO STUPIRCI?
Sono
anni che scriviamo e denunciamo il sistema dello sfruttamento nelle
case di riposo, raccontando
della mancanza di personale per aumentare
il guadagno,
e mancato rispetto di normativa e dei Contratti Collettivi; i
nostri ultimi volantini sono intitolati: IL SELVAGGIO MONDO DELLE
CASE DI RIPOSO.
La
legge regionale prescrive che ogni anziano abbia diritto ad un “tot”
di minuti di assistenza, in base alle condizioni di salute, ma questi
minuti sono pochissimi,
così le ASL risparmiano,e
le aziende li tagliano ancora,
senza
mai aggiornarli.
I
carichi di lavoro non incidono solo sulla qualità dell’assistenza
agli ospiti, ma sulla salute e sicurezza dei
lavoratori. Quasi tutte le operatrici delle case di riposo, finiscono
per avere problemi fisici importanti, in particolare alla schiena e
alle braccia. Perché?
Per
fare in fretta siamo obbligate a movimentare gli anziani, anche molto
robusti e pesanti, da sole invece che in due. Quello che
scrive la legge, che una donna non dovrebbe caricare più di 15 kg
(e un uomo 20), nelle case di riposo è un sogno!
Di
mattina bisogna fare in fretta e perciò spesso non si possono usare
i sollevatori e bisogna lavorare da soli mentre la collega si occupa
di un altro anziano. Così
ci si spacca la schiena.
In
quasi tutte le case di riposo gli orari legali e contrattuali non
sono rispettati.
Intanto
è impossibile avere una vita privata normale, perché i turni
di lavoro mensili ci vengono comunicati all’ultimo momento: il 27,
28, anche il 30 del mese. E questi orari vengono cambiati
continuamente, basta un collega in mutua o in permesso e vieni
obbligato a cambiare l’orario, anche il giorno prima o la mattina
stessa. Questo perché le aziende non vogliono pagare i pochi euro
della Reperibilità prevista dal contratto.
Però
ugualmente obbligano a andare a lavorare fuori turno, addirittura
minacciano quelle operatrici che non abbiano il cellulare
sempre acceso.
Dire
di “no” è
quasi un
crimine che
solo poche
persone coraggiose si
sentono di dire.
In
questo modo si saltano i riposi e può succedere (spesso!) di
lavorare illegalmente anche 10 o 12 giorni di fila. Come si
può lavorare bene in questo modo?
Quanto
aumenta il pericolo di errore? Lo stress? Il rischio di incidenti?
Tutto
il personale viene obbligato a lavorare gratis a inizio e fine turno:
chi per il cambio della divisa e chi addirittura per effettuare il
passaggio di consegne.
Un
gruppo di noi ha deciso di contestare davanti al giudice che non ci
vengono pagati né
passaggi di
consegna né cambio
di divise.
Abbiamo vinto in
tribunale e la cooperativa dovrà pagare un bel po’ di soldi a
tutte quelle che hanno fatto causa,
diverse migliaia di euro!
Nuove
cause si
stanno preparando,
ed anche
se previsto dal nuovo
contratto, sarà sempre
possibile recuperare il pregresso!
Alcune
aziende non
rispettano le 38
ore,
impiegano i
tempi pieni come se fossero par-time
e pagano
di meno
il personale.
Alcune aziende
usano il par-time
come se fosse un tempo pieno e non pagano il lavoro supplementare.
Alcune aziende
non pagano gli
straordinari.
Alcune
applicano la cosiddetta “notte passiva” non pagata.
Alcune
aziende impongono
le ferie,
i recuperi e
i permessi come
vogliono loro e non
su nostra richiesta.
Cosa
aspettiamo a farci rispettare tutti/e? Ora basta!
TURNI CERTI E RISPETTO DEI RIPOSI
PIÙ’ OPERATORI IN SERVIZIO
NESSUNA NOTTE PASSIVA
NESSUNA SOSTITUZIONE DEGLI INFERMIERI SULLA TERAPIA
FINE DELL’AUTORITARISMO DI DIRETTORI E DIRIGENTI VARI
ATTENZIONE
ALLE CONDIZIONI DI SALUTE DI OPERATORI E PAZIENTI
...dov’erano
i grandi sindacati in tutti questi anni?? E’ importante rivolgersi
a SINDACATI
SERI e ONESTI, SENZA LEGAMI POLITICI O CONNIVENTI CON LE
COOPERATIVE!
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