Cuneo, novembre 2017
Spiragli di ragione a Casa
Sampeyre, ex Rododendro?
Forse
ci siamo, potrebbe essere la volta buona che la situazione all’ex
Rododendro prenda una svolta positiva, dopo due anni vissuti
pericolosamente, dopo che le varie dirigenze ci avevano cacciato in
un vicolo senza uscite.
L’incontro
avuto il 26 ottobre, tra le organizzazioni sindacali, il presidente
della cooperativa Redancia, e il
Responsabile Regionenale Ligure di Kos Care,
ha messo in luce
la volontà della cooperativa Redancia di lasciare, appena possibile,
la gestione del personale della struttura di Sampeyre ad una nuova
cooperativa della provincia di Cuneo.
Questo
avviene in quanto la Redancia, specializzata nel settore della
psichiatria e localizzata prevalentemente in Liguria, per diretta
ammissione del suo presidente, non è stata e non è in grado di
sviluppare nel tempo una proficua relazione con i servizi
territoriali della provincia di Cuneo, che permettesse l’invio di
pazienti secondo l’accreditamento regionale che ha la struttura.
La
nuova cooperativa, ancora senza nome, ma che pare “fortemente
interessata”, sarebbe una solida realtà provinciale, di
conseguenza con le dovute relazioni con il territorio, in grado di
far funzionare al meglio la struttura.
Ma
cosa è successo negli ultimi due anni, in poche righe?
Nell’ultimo
anno e mezzo, i lavoratori hanno vissuto l’accelerazione di una
pratica che negli anni precedenti avveniva con molta più accortezza:
se sino al 2015, all’interno della Raf venivano inseriti pochi
pazienti che non avevano le caratteristiche proprie della “mission”
della struttura, sicuramente con il repentino cambio del direttore e
per opera del direttore sanitario, da gennaio 2016, all’interno
della struttura venivano accolti numerosi pazienti che poco avevano a
che vedere con lo standard definito dal dgr regionale relativo
all’accreditamento riconosciuto.
L’ex
Rododendro, ora denominata Casa Sampeyre, è una Raf di Tipo B, che
per definizione è: “..destinata a soggetti disabili adulti che
necessitano di un elevato grado di assistenza alla persona per
mantenere le abilità residue, in presenza di gravi e plurimi deficit
psico-fisici”.
L’ingresso di tanti pazienti che dovrebbero essere accolti in comunità terapeutiche con personale qualificato per la loro cura, ha prodotto vari episodi gravi per l’incolumità degli operatori, con aggressioni violente e principi d’incendio, ed infortuni legati ad agiti aggressivi dei pazienti, o riconducibili al clima presente in struttura.
Le
condizioni lavorative sino a qualche mese fa erano inaccettabili per
gli operatori della struttura, che hanno iniziato doverose pressioni
verso la cooperativa.
Grazie
al confronto avviato con i nuovi vertici della cooperativa Redancia,
sia i vertici della cooperativa che Kos Care hanno dichiarato
l’intenzione di riportare l’ex Rododendro ad una condizione
accettabile per i lavoratori e gli utenti, nel rispetto delle
legislazioni in materia di assistenza sanitaria. Questo sino a maggio
di quest’anno.
Soddisfatti
dall’impegno preso da tutte le parti, i lavoratori hanno dimostrato
molta disponibilità e responsabilità nell’affrontare il percorso
condiviso.
Nel
mese di maggio il direttore sanitario della struttura comunicava agli
operatori la sua indisponibilità a continuare a lavorare agli
inserimenti di pazienti nella Raf. Solo al termine del mese di luglio
però è stato comunicato ai lavoratori stessi che la direttrice
della struttura e il direttore sanitario avevano firmato le loro
dimissioni nella prima metà del mese di maggio. In quel momento i
pazienti erano 25, ed ora, al termine del loro mandato, i pazienti
sono ridotti a 20, con gli ospiti spostati prevalentemente verso
strutture del gruppo Redancia.
Queste
continue dimissioni di pazienti, e le ulteriori proposte di
trasferimento al momento sospese, che l’equipe lavorativa di
Sampeyre ha trovato spesso incomprensibili, hanno svuotato la
struttura minando le prospettive future.
Inoltre,
lavorando con minori pazienti, vi è stato un conseguente taglio
delle ore giornaliere per i lavoratori, con il probabile mancato
rinnovo contrattuale per almeno due di loro.
Qualcuno
sicuramente dirà che al momento tutti i soggetti coinvolti stanno
perdendo qualcosa, chi in termini di reddito, chi in termini
finanziari, ma è utile ricordare come l’attuale situazione sia il
risultato in primis del mancato lavoro di relazione e di rete da
parte delle dirigenze in questione verso i servizi territoriali
invianti.
Inoltre
le scelte sbagliate compiute negli ultimi anni, e la situazione
attuale, avrebbero potuto essere differenti se solo si fosse da
subito riconosciuto la correttezza di quanto lavoratori e le
rappresentanze sindacali andavano da tempo dicendo: la necessità di
cambiare rotta ed impegnarsi nella ricerca dei pazienti adatti alla
tipologia dell’accreditamento.
A
fronte della disponibilità dimostrata dai lavoratori e dalle
organizzazioni sindacali, siamo preoccupati per l’attuale
situazione: in questo momento particolare, con la comunicazione
dell’intenzione della Redancia di lasciare il cantiere di Sampeyre,
e del probabile ingresso di una nuova cooperativa/società dal mese
di gennaio, riteniamo fondamentale che negli ultimi due mesi
dell’anno, vi sia una più accorta gestione delle dimissioni, e si
lavori per nuovi ingressi.
Cub Cuneo e provincia